Category Archives: Mithology

I Korpiklaani, Folk-metal a tutta birra.

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(I Korpiklaani in una foto d’archivio. Circa 2012)

La terra tappezzata di laghi e sommersa dalle foreste chiamata Finlandia, da sempre evoca l’idea della natura selvaggia popolata dagli spiriti degli elementi. Questi ultimi rappresentano e personificano fenomeni come i tuoni, le pioggie, ed in genere ogni forza naturale che provoca nell’uomo timore. In questa terra di cantastorie e di poesia, alla metà degli anni ‘90 un giovane proveniente dalla città di Lahti, Jonne Jarvela, all’epoca componente degli Shamaani Duo, decise di fondare un nuovo gruppo chiamato più semplicemente Shaman, cioè sciamano. Non sapremo mai i motivi che lo spinsero a fare questa scelta, forse erano semplicemente finiti i tempi delle serate spensierate passate all’hotel live-club lappone “Hullu Poro” (letteralmente “renna pazza”), cantando e suonando in compagnia di Maaren Aikio.

Così fu che, con la nascita degli Shaman, iniziò l’avventura di quella band che di lì a poco sarebbe divenuta celebre sotto il nome di Korpiklaani, il clan della foresta. La miscela di suoni che venne fuori da questa idea di Jonne conteneva melodie folk finniche, sonorità metal e joik, cioè una forma di canto tradizionale sami: all’epoca si parlò addirittura di joik metal. Tuttavia l’avventura di questi giovani cominciò con l’arrivo del violinista Hittavainen, il batterista Matti, il bassista Arto, il chitarrista Toni e il percussionista Ali. Questa formazione, al completo nel 1999 diede alle stampe il primo album: Idja seguito dopo tre anni da Shamaniac uscito nel 2002.
È in questo preciso momento che i nostri cambiarono il nome della band, che con l’arrivo di ben due componenti, diede anche una svolta al suo sound. Con Matti Johansson alla batteria e Jarkko Aaltonen al basso le sonorità si fecero leggermente più pesanti, con una presenza maggiore degli strumenti folk. L’album Spirit of the Forest del 2003 ad esempio presentava una maggiore preponderanza del violino di Hittavainen.

Successivamente, nel 2005 usciva Voice of Wilderness che vide l’arrivo del fisarmonicista Juho e del secondo chitarrista Cane. In questa nuova fase le sonorità folk cominciarono a venir fuse con la humppa, una sorta di polka finlandese da cui avevano attinto anche i Finntroll (con cui peraltro il cantante Jonne ha collaborato nell’album Jaktens Tid). Il quinto album dei Korpiklaani, Tales along this Road, fu pubblicato nel marzo 2006, l’anno della consacrazione della band, in quanto nell’agosto dello stesso anno i nostri parteciparono al Wacken Open Air in Germania.

Venendo agli anni recenti, notiamo come l’attività della band si sia davvero intensificata intorno al 2007, con la pubblicazione di un album all’anno fino al 2009. Infatti Nel luglio 2007 è uscito il loro sesto album, Tervaskanto e nel marzo 2008 venne pubblicato Korven Kuningas, stavolta non più sotto l’etichetta Napalm Records bensì per la Nuclear Blast. Al 2009 risale la pubblicazione dell’ottavo album Karkelo, dal quale è stato estratto il singolo Vodka. Dopo l’ uscita di Ukon Wacka nel 2011, per motivi di salute il violinista Hittavainen ha lasciato la band e viene sostituito da Tuomas Rounakari. L’ultimo album della band chiamato Manala è uscito nel 2012, esso ha preceduto di un anno un altro addio, quello del fisarmonicista Juho.

Concludendo la nostra breve cronologia segnaliamo come la band sia stata una realtà seminale per il genere che fa dell’attitudine festaiola la sua prerogativa principale. Basti pensare all’enorme influenza che ha esercitato ed esercita tutt’ora la band di Jonne sulla giovanissima scena d’oltrecortina.

Albums:
1996 – Hunka Lunka (come Shamaani Duo)
1999 – Idja (come Shaman)
2002 – Shamániac (come Shaman)
2003 – Spirit of the Forest
2005 – Voice of Wilderness
2006 – Tales Along This Road
2007 – Tervaskanto
2008 – Korven Kuningas
2009 – Karkelo
2011 – Ukon Wacka
2012 – Manala

Daniele “Blackthunder” Milano

Pagan Metal: Musica delle Radici (Articolo risalente al giugno 2013)

(Gli Eluveitie in una foto d’archivio)


Mito, folclore, tradizione più antica. Prendete questi elementi ed uniteli al modernissimo suono distorto di una band Heavy Metal, otterrete così un’alchimia vivace e dinamica chiamata Pagan Metal, cioè metallo Pagano. Sotto questa etichetta, che in realtà non si riferisce ad un genere musicale preciso ma piuttosto ad un modo di concepire musica, possiamo raggruppare una quantità veramente notevole di musicisti e gruppi appartenenti a innumerevoli nazionalità e a diversi sottogeneri del Metal, tra i quali possiamo includere il Folk Metal, il Black Metal, il Death Metal ed il Viking Metal. Come avete potuto notare abbiamo utilizzato l’aggettivo Pagano, bene, con il suddetto termine indichiamo la caratteristica principale del songwriting, e cioè il continuo riferimento alle divinità ed alla mitologia del mondo pre-cristiano.

Possiamo dire che tutto ebbe inizio nel Nord Europa e più precisamente nella Svezia del compianto Ace Thomas Forsberg alias Quorthon, che sul finire degli anni 80 e gli inizi dei 90 iniziò a cantare di Thor e Odino con i suoi Bathory, a partire dall’album Blood, Fire, Death. In quel clima e in quegli stessi anni in Norvegia nascevano gli In the Woods e gli Enslaved. Questi ultimi di lì a poco avrebbero, con gli album Frost ed Eld (nel quale in una traccia si parla dell’episodio di sangue di Lindisfarne del 793), dato alle stampe due pietre miliari del genere. Una volta che la scintilla fu innescata all’interno dei paesi scandinavi, forse a causa della debole penetrazione del cristianesimo, qui visto come elemento straniero, l’incendio divampò in tutta Europa. La versatilità delle tematiche fece si che ogni giovane musicista di quegli anni che si avvicinava alla scena metal underground proveniente da qualsiasi paese, potesse utilizzare il repertorio culturale della propria nazione come materia utile alle proprie canzoni.

Abbandonando le gelide terre del Nord dove nel frattempo erano spuntate altre importanti bands come Falkenbach, Amon Amarth, Windir e i primi Amorphis, ci trasferiamo nelle nere foreste dei carpazi abitate dai Negura Bunget passando per le Alpi svizzere dei celti Eluveitie. Il pantheon celtico trova posto sicuramente anche negli irlandesi Cruachan e negli Skyclad. Questi ultimi, britannici, hanno giocato sicuramente un ruolo determinante per la nascita del folk Metal, nel quale vengono introdotti strumenti tipicamente folkloristici come violini, fisarmoniche, flauti, scacciapensieri e percussioni nelle partiture.

Non mancano in questo scenario i paesi d’oltre cortina, che dagli anni 2000 in poi hanno visto emergere decine di realtà, pensiamo ai Dalriada, ungheresi e ai baltici Metsatoll e Skyforger, rispettivamente estoni e lettoni. Restando nell’ambito dell’Europa continentale molto importante appare la scena musicale tedesca brulicante di artisti, a cominciare dai Menhir e dagli Adorned Brood, per poi arrivare alla maestosità degli Equilibrium. Infine ormai definitivamente consacrate sono le bands russe tra le quali spiccano gli Arkona capitanati dall’inossidabile Masha Arhipova.

Dopo questo difficile discorso introduttivo e vista l’enorme quantità di argomenti e di nomi di cui poter parlare, torniamo qui da noi. Le notizie provenienti dai confini di casa nostra fortunatamente sono molto buone, poiché negli ultimi anni sono nate e stanno nascendo realtà molto originali. Cito i pugliesi Vinterblot, i romani Ade, i lombardi Furor Gallico, i bolognesi Malnatt, gli Elvenking e i Folkstone ma l’elenco è davvero lungo e mi fa specie il fatto di non poter elencare tutti questi bravissimi musicisti.

 

Riguardo la scena italiana e non solo, un importante e sicuramente più approfondito contributo potrà arrivare dalla lettura di un libro che sta uscendo nelle librerie proprio in questi giorni. Il volume, edito da Crac edizioni ed intitolato “Folk Metal. Dalle origini al Ragnarök” è stato scritto da un giovane appassionato e conoscitore del genere che risponde al nome di Fabrizio Giosuè.

Egli così parla della sua passione: <<Ho iniziato a seguire il genere nel 1998 quando, attraverso il tape trading, scoprii il disco di debutto Once Sent From The Golden Hall degli Amon Amarth. Parallelamente in quegli stessi anni era nato in me il grande interesse per i libri di argomento musicale, così, leggendone di tutti i tipi, arrivai alla conclusione che nelle librerie mancavano all’appello i libri sul genere Pagan\Viking\Folk>> quindi, prosegue l’autore: <<dall’estate scorsa ho cominciato a lavorare per colmare questa lacuna che era una lacuna non solo italiana ma mondiale. Così ho pensato di mettere per iscritto le mie conoscenze, trovando immediatamente – e fortunatamente – il supporto di Marco Refe di Crac Edizioni>>. Giosuè stesso ci informa che: <<Il libro uscirà nelle prime settimane di giugno, è un’opera di circa 350 pagine che grazie alla distribuzione Nda Press sarà reperibile in tutte le librerie italiane>>.

 

Abbiamo parlato finora della volontà da parte di tutti questi artisti di ispirarsi al patrimonio che c’è stato tramandato dai nostri avi. Quest’ultimo elemento, quello del richiamo a passate tradizioni o culture ha fatto storcere il naso a qualcuno appartenente alla categoria dei benpensanti, i quali hanno visto in questo interesse accompagnato da tutta la simbologia ad esso connessa, una forma di nostalgia per i Nazismi. Ovviamente niente di più sbagliato, infatti sono stati gli esponenti stessi di moltissime di queste bands ad essersi schierati contro ogni forma di intolleranza. Ad esempio Heri Joensen, il Frontman della band Faroese Týr, rispondendo alle accuse del B.I.F.F.F. (Berliner Institut für Faschismus-Forschung und Antifaschistische Aktion) ha affermato che le suddette accuse derivano dall’ignoranza delle tradizioni nordiche, ed ha smentito in maniera categorica queste voci. Ma tralasciamo ogni polemica ed ogni sterile discussione e godiamoci tranquillamente le note dei nostri artisti, in compagnia degli amici e di un boccale di birra.

Daniele “Blackthunder” Milano